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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/260

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cosa gattiva per buona. Sicondo fu omicidio: nel véndare la cosa corrotta, come fa talvolta il carnaiuolo. Terzo fu viluppi e circonvenzioni, dove ingannano 1’ uno 1’ altro. Quarto è di rompere fede l’uno a l’allro. E hàne sedici. E i due fu: I’ uno si fu di colui che lassa la donna gio- vana^ e va in lònghi paesi e lassala a pericolo e forse anco a peggio; e così forse fa anco lui. El sicondo, e ’l peggio di tutti, di colui che vende più che non debba, e compra meno che non debba, e pargli far benef e così se ne va dannato senza farsene coscenzia. E hàne diciotto. Anco t’ ho detto di tre cose molto utili, anco necessarie a una Comunità. La prima si,è che sieno recate le mer- canzie de"" paesi di lònga, come s^ è pepe, zuccaro e altre cose bisognose, perchè di qua non ce ne nascono, e debbano guadagnare chi le fa venire. Anco, una siconda cosa necessaria a una città; bisogna che vi sia chi con- servi di queste tali mercanzie condotte di lontani paesi. Possonle e debbonle comprare e anco guadagnarne e véndarle di qua e di là, a questo bottigaio e a quello, perchè la città ne stia a divizia. Terza cosa necessaria a una città o Comunità si è, che bisogna che vi sieno di quelli che mutino la mercanzia per altro modo; come s’ è la lana che se ne fa panno: lecito è che il lanaiuolo ne guadagni. Ognuno di costoro possono e debbono gua- dagnare, ma pure con discrezione,. Con, questo inteso sempre, che in ciò che tu t’eserciti, tu non facci altro! che a drittura. Non vi debbi mai usare niuna malizia; non falsar mai ninna mercanzia: tu la debbi far buona, ij e se non la sai fare, innanzi la debbi lassare stare, el lassarla esercitare a un altro che la facci bene; e allora!; è lecito guadagno. E se così farai, tu acquistarai di quai grazia da Dio e da le genti, e di là la gloria,* ad quaml Deus nos perducat in saecula saeculorunij amen» j