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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/306

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I da mangiare, dàli da bere, rivestelo, siene piatoso dàgli uno denaio 5 acciò che quando non potesse aver(|i del pane per amore di Dio, che almeno egli el posscji comprare. — i Di questo denaio diurno io ve ne vo’ dire pur quelbjj che mi pare a conscei/zia. Sai quale è il denaio diuriK;] dìDio?Equellodovev’èlasuainsegnaolasuaimi pronta. Io mi credetti, già tempo fu, che le’mprontr de’ denari fussero state fatte per buona operazione. Or non dico così, chè molto male ne seguita e molta inreji verenzia di Dio. E se non fusse ch’io mi credo ch|^j quando elle furono trovate da prima, per buona operajji zione fusse statavi posta* * quella impronta; io ne dire’lj male, e direi che fusse forse bene a guastarla e faiaj| altro. 0 perchè? Vuoi telo dica? Io tei dico, che tu noji hai riverenzia a quello che v’ è su. Hai riverenzia ne | croce? — Sì. — 0 non v’è nel tuo denaio, o grossijJ o fiorino?^— Mai sì. — Quante volte la pichi, quanjj volte r hai dato su del pugno! 0 fanciulli, parvi far beii|j a pichiare sopra a la tìroce? Mal fai: noi far più p([- riverenzia di Cristo lesu che vi fu crocefìsso per salul|) nostra. Così vo’dire ad uomo: partì che vi stieno ber i tante croci per terra, e tu vi passi su e ponvi su i pìèf^, Io ti dico che ella è molta inriverenzia. In cap. L episcopi clementia: Nemini licere signum Salvatoris nostri e|,i i Io dico che noi teniamo la croce con molta inriverenziljl E però quando tu fai simili cose, o piehiare el danaì(j o come molti tannò, di rodarlo con boca, quello sì poi dire non essere el danaio diurno di Dio. Hai quando||^ 1 II Cod. Seìì. 6, vi fusse posta. h: 1 E noto che la moneta senese portava nell’ esergo la croce gigliata nell’altro Iato una 5’con attorno la leggenda; Stmavetus Civìtas Virginiì i