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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/307

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•arisei volsero calunniare Cristo, che andare a lui con Risa intenzione, dicendoli: Licei nohis dare censum Caesaris^ in nonì^ — Ecci lecito di dare il censo a Cesare, o no? — E elli cognoscendo la loro gattiva intenzione, si fece nostrare la impronta del denaro, dicendo: Cuius estima- 10 haec: — Di chi è cotesta imagine? — Fugli risposto: Jaesaris: — E di Cesare. — E egli disse: — Date quello ihe è di Cesare a Cesare, e quello che è dì Dio a Dio. —Cosìdicoioavoi:dateVonorediDioaDìo,che mr sapete in su la croce vi fu crocifìsso per la salute lostra. Per mezzo di quello segno fumo tratti de le mani lei diavolo; e però vi dico che voi ne facciate altra ri-

erenzia, che voi non ne fate. Così, vi dico, ne le lèttare,

he poi le gittate per terra e calpestatele. Dice colui: — ,)h, ella è una usanza, che sempre ne le lèttare vi sì on fatte. ^ — Io ti rispondo: se ella è usanza, ella è Lattiva: è meglio a non farvela, che farvela per calpe- starla e anco peggio. Torniamo a casa. 3 Un’ altra ragione. Se tu dai del pane che Idio t’ ha ^<ato, al pòvaro per lo suo amore, si può molto ben dire he quello che tu dai e quello che tu ti serbi, sia del eane di vita etterna. Panem angeiorum manducamt homo: ^ — ) ^ uomo mangia del pane degli angioli. — E sai quanta iirtù ha questo pane degli angioli? Ha che se n’aquista ita etterna. — Oh, dice colui, vai così poco vita etter- i? — Rispondeti Agustino, che ella si può avere anco $ meno. Venale habeo, venale habeo. Che vale, che vale • ta etterna? — Buon mercato. — Che vale? Quanto? — ’ Licet censum dare ec. ( VangeJo di san Matteo, cap. xxij, vers- J7).- ’ * Vangelo detto, vers. 21. i 3 qìq0^ ’q usanza di far nelle lettere una o più croci, ì 4 Salmo Ixxvij, vers. 25.