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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/420

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la patì, cioè questo Cristo, per noi, e sodisfece e pagò per noi. Or piglia la passione di Cristo, la quale egli patì, e pólla tutta insieme a uno tempo. Fu -tanto il inerito suo, che sì distese a quelli che erano passati, a quelli che erano presenti, e a quelli che dovevano venire, sì a Angioli e sì a uomini: ogni cosa è a lui presente: non sta in lui come sta in noi. Noi aviamo questi tre tempi: lui non ha se non el presente: ogni cosa gli sta presente dinanzi. Ma chi credi che patisse la pena di lesu? Palilla solamente la carne: la divinità non patì pena nulla: la carne pativa e la divinità faceva che i meriti abondavano in lui per la unione che avevano insieme; e per questo es- sere unito uomo con Dio venne a meritare tanto, che si distese a tutti li Angioli, a tutti gli Arcangioli, a tutti e’ Principati, a Podestà, a Virtù, a Troni, a Dominazio- ni, a Cherubini e a Serafini. Distesesi anco a’Patriarchi, a’Profeti, alli Apostoli, a’Martori, a’Confessori, a’ Ver- gini e a tutti i giusti uomini passati, presenti e a veni- re. E qui vedi come i meriti suoi furo tanto accetti a Dio, perchè egli era Idio. E perchè era Figliuolo di Dio, e perchè era uomo, cioè Idio umanato, con seco aveva divinità e umanità. Aveva in sè divinità \ che sta di sopra alP umanità, che è questa carne. E per questo- venne a meritare per tutte le orlature oriate, e per tutti i tempi. E per questo sogiògne Giovanni Et ipsi vicerunt s ilìum propter sangninem Agni et propter verbum testimonii sui^ et non dilexerunt animas suas usque admortem. Propterea lae- |v tamini coeli et qui habitatis in eis. Dice che, gli Angioli |1 vinsero el Lucifaro per li meriti del sangue dello Agnel* li 1 Diversa e forse migliore è la lezione del Cod. Pal.^ che dice* Aveva in sè V umanità esimile la divinità^ ec. Apocalisse, cap. xij vers. Il e 12-