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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/436

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sempre saglie in su, e vede molto ben lume. Ella co- gnosce il bianco e cognosce il nero: cognosce il bene, e cognosce il male. Ella cognosce chi fa eMeciti contratti, e chi non gli fa. Ella cognosce ciò che egli fa lui, e anco cognosce ciò che fa un altro. Credi tu che ’ì mer- catante cognosca se elli fa male quando elli vende più la sua mercantia, più a credenzia che a contanti? — Certo no. — Sai perchè? Perchè elli non ha meditato. E1 vero gli pare falso; el falso gli pare vero. Se avesse fatto come doveva, non sarebbe stato ingannato come elli è: chè infine n’ àrà a rendere ragione al sommo giudice. E qui hai potuto comprendere cinque atti di discre- zione i quali ti dimostrano el vero dal falso, cioè: Prima, udire. Sicondo, levar via le passioni. Terzo, andare da le sensibili cose a le insensibili. Quarto, sempre ne le cose spirituali pensare. Vieni al quinto poi, e cognosci il vero dal falso. E inde santo Agostino riprendendo la mente, la quale è più gentile, dice che quanto è più atta a le cose superne, meno si diè impacciare a le cose basse e carnali. Queste che seguitano so’ da tocarle con mano: come tu sai chtì molte cose si dicono in predica le quali si tocano con mano. El primo è dilettarsi nel vero che altri ode; el quale elli senza fallo cognosce essere così. Io cognosco tal volta colui che m^ ha inteso, quando io dico una cosa: e vegolo negli atti di fuore quando egli la toca con mano. Questo solamente è per l’aumentare de le ragioni, che vego che tanto gli piacciono che ne piglia diletto, e in- tendemi a ciò ch’io il voglio induciare. Sicondo è, chè poi che egli ha udito e inteso, e’ egli