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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/437

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s’ empie ‘ la mente di quella verità radiosa, come face- vano i dottori che se n’ empivano tanto di dentro e di fuore, che volevano che ella radiasse in ciascuno. Chi era capace, subito intendeva; chi non era tanto capace che potesse intendere, Fera dimostrato con assernpli tanto chiari, che abilmente potevano poi intendere. E1 terzo. Riposarsi in quella tal verità senza cercare alcuna contradizione per paura di non tornare a la casa antica de la scurità, ma sempre avere il pensiero a quella vera felicità e requie e consolatione,- e in quella godere^ non tornando mai a la casa dove prima abitava. Quarto. Quando la mente è venuta in tanta inlumi- nazione di verità, et intende de’fatti di Cristo e de la fede sua, e de le sue operazioni d’ ogni atto, e d’ ogni fatto che mai elìi fece, e del Nome suo santissimo che è di tanta alta amirazione, allora questo tale è quasi in beatitudine in questa vita: elli specula la gloria di vita eterna, e ine si riposa. Quinto, è credare con fermissima fede. Tenga quello che di sopra ha veduto, e non vada cercando più in là, se si vuole salvare; ma sempre stia cor una fermeza d’ animo, che prima che Elli ® voglia tenere o credare a cosa che sia contra a la fede, o cosa che abi lassata Idio che si facci; prima volere andare a V inferno, che lassarla. Quello è il vero fedele e servo di Dio, il quale sempre sta fermo in sino a la fine, facendo sempre i co- mandamenti suoi senza nulla dubitare, come fece santo Pietro e santo Paolo. E chi sta in questa fermeza, ri- ceve uno dono da Dio tanto maraviglioso e grande che ’l fa vivere molto lieto e baldanzoso. Che gli nasce uno 1 Nei Uo(^d^ Pai- e Sen. 6^ sempre ha la mente* 2 Che ElU^ manca al Cod, Pai.