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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/94

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no uccidare, e ellino vorreboro morire e non possono. Nè anco loro non li possono uccidare; ma ben li possono farà stentare con tante pene rinovate ognora di nuovo. An- co hanno un’ altra pena, e non è de le minori; che; perchè hanno seguitato il mal vivere, ellino hanno uivà] maledetta serpicella che gli rode e falli morire di sete^l e non v’è aqua da potere bere: così vivono sempre consumandosi. Hai vedute qui tre pene per tre vizi che hanno se*j guitati, cioè superbia, avarizia e lussuria. La superbia è’^[ punita co le ponture, come coltella in operazione. L’ava- rizia si è l’animo di volere bere; perchè so’stati insa- ziabili li animi loro, però non possono bere, che noe v’ è aqua. Xa lussuria è punita, che come disideravano|i sempre di vivere, e ora disiderano di morire, e non pos sono, nè non potranno mai. E così lo’ risponde la pene a la colpa: come essi sempre stero ^ in peccato, cosi ora sempre staranno in pena. Doh, diciamo che bast per la prima parte principale, de le locuste la condizio^ ne. Ei data est illis potestas^ siciit habent potestatem scorpio nes terrae: — Fu lo’data podestà di punire i pecator; di pena, come hanno potenzia di martoriare li scarpion; de la terra. — i La siconda parte è de la loro proibizione, dove dice! Et praeceptum est illis ne laderent foenum terrae^ neque omn vìride^ neqae omnem arborem; nisi tantum homines qui nCi habent signum Dei in frontibus suis: — E lo’ fatto un» comandamento, che ellino non guastino nè fieno di terni: nè niuna cosa verde, nè niuno arbore, nè niuno omcl. il quale ha il segno ne le fronti loro. — Dice che no:’ sia guasta niuna cosa verde. Oh, elli sarà buono a ve: 1 Il Cod, Pal.y stettero sempre