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66 LA TESTA DELLA VIPERA

d’amore. E... senti! La mia famiglia è onorata quanto qualsiasi altra; ho ventisette anni e venti mila lire di rendita e...

Lograve lo interruppe bruscamente.

— Cospetto, come ci vai!... Ti pare questo discorso da tenersi qui in piedi, nella platea, d’un teatro?

— Hai ragione... ma ho voluto dirti subito tutto questo, per guadagnarmi il tuo appoggio... Dovresti esser meco tanto buono da presentarmi questa sera, qui stesso...

— Impossibile! esclamò Emilio secco secco. Debbo andare subito per una certa faccenda che non posso trascurare.

— Allora, quando?

— Mah!... ci vedremo, ci parleremo.

— Dove ci vedremo? Diamoci un appuntamento domani. Potremo discorrere a bell’agio... Vuoi ch’io venga a casa tua?

— Che! Troppo tuo incomodo.

— Troviamoci al caffè Centrale. Vuoi? A che ora?

— Che so io?

— Alle dieci domattina... T’invito a colazione... Va bene?

— Va benissimo.

— Siamo intesi... Grazie!

Strinse caldamente la mano ad Emilio e andò ad appostarsi sotto il palchetto di Matilde. Emilio se ne partì con in corpo una rabbia da non dirsi, decisissimo di non recarsi al convegno dato dal Nori.