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nitone per le macine e del serpentino, conosciuto più col nome di Marmo Verde di Prato (V. Itin. 4).

Mancano notizie intorno alla storia di questo industrioso villaggio, e il più antico documento scritto che si abbia è un frammento di Statuti dell’opera di Figline, che è del 1401. Nella parete esterna della chiesa è un marmo che porta scritto in caratteri gotici i nomi del Pievano e degli operai della Chiesa dell’Opera di Figline ed ha la data del 13341.

La chiesa possiede alcuni pregevoli dipinti: nella lunetta della porta di fianco vedesi una pittura che si crede del secolo XV; e dello stesso tempo alcuni affreschi delle pareti, le quali sembra fossero tutte dipinte e imbiancate di poi, nel secolo XVII. L’altar maggiore ha una tela che il Repetti2 dice arieggiare la scuola di Fra Bartolommeo della Porta; altri pensa, e non senza ragione, che sia da attribuirsi al pittore Leonardo Mascagni pratese del sec. XVI. Ma quello che merita d’esser veduto è il tabernacolo a buon fresco che si vede sul muro d’una casa, passato poco la chiesa seguendo l’antica via che uscendo dal borgo conduce alla collina di Schignano ed a Cerreto; è lavoro di Angiolo Gaddi, l’autore dei dipinti nella Cappella della Cintola in Duomo di Prato. Le ingiurie del tempo che non perdona, la divozione della gente ignorante che non crede di far male a scalcinare pareti che han pitture pregevoli, o affumicarle con ammassarvi candele accese in occasione di feste, hanno in parte guastato quel lavoro d’arte antica che ci ricorda le opere più belle della Scuola


  1. Vedi Pel nuovo Calendario pratese del 1861, Prato, Guasti 1860.
  2. Diz. geog. ecc. della Toscana. Art. Figline.