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Pagina:Bertini - Guida della Val di Bisenzio, Prato, Salvi, 1892.djvu/176

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Fra i poggi toscani di sotto ai mille metri nessuno può dare una veduta di monti e di valli così pittoresca e grandiosa come la Retaia, che s’eleva 784 metri sopra il mare. A due ore da Prato, con lieve fatica, senza pericolo di sorta, si gode d’un incantevole panorama. Se la gita alla Retaia è d’inverno in una giornata serena, limpida, senza nebbie o vapori all’orizzonte, e se i monti lontani siano coperti di neve, non vi ha spettacolo che possa uguagliare questo in bellezza. Sulla vetta della Retaia l’osservatore si trova come al centro d’un larghissimo cerchio di monti più o meno vicini. Girando egli sopra sè stesso, una moltitudine infinita di cime montuose di svariatissima forma, da levante a mezzodì, da ponente a settentrione, si mostrano all’occhio. Quelle vette hanno tutte un nome e lungo sarebbe l’annoverarle e difficile riconoscerle per la distanza; ma ve ne sono alcune la cui figura, vista una volta rimane impressa nella memoria, come la sembianza di persona cara, e per la loro importanza sono i capofila d’una lunga catena.

Ecco il nome dello principali montagne che appaiono sull’orizzonte prendendo le mosse da levante verso mezzogiorno.

Castel Guerrino, il più alto (1115 m.) fra i monti dell’Appennino Mugellano, che si fanno vedere tutti sino alla Falterona (1649 m.), che torreggia sopra gli altri. Se l’osservatore immagini una linea retta che partendo da’ suoi piedi vada a toccare la Falterona, troverà su questa linea il M. Senario neraggiare all’orizzonte per la sua bella abetaia, di mezzo alla quale esce il campanile della chiesa ed una parte