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del convento; e le due cime più vicine all’osservatore, poco discosto dalla linea immaginata, appartengono al M. Morello (934 m.), al quale la Retaia e gli altri poggi della Calvana sono congiunti per l’istmo montuoso delle Croci di Barberino, che separa la Val di Marina dal Mugello1.

Spingendo di nuovo lo sguardo più lontano verso levante, i monti che sorgono dietro Firenze son quelli di Pratomagno e di Vallombrosa, di cui si vede biancheggiare sui fianchi del monte l’antica Badia, oggi ridotta ad Istituto forestale.

Da Pratomagno a Signa segue una moltitudine di linee montagnose, che si succedono le une alle altre e si perdono nell’orizzonte lontano. Da Signa comincia la linea del Mont’Albano, e dietro s’elevano i monti pisani; e laddove sorgono le torri di Serravalle pistoiese e più lontano quelle di Montecatini alto, si vedono le Pizzorne e i contrafforti dell’Appennino di Pistoia, e dietro ad essi appariscono le più alte cime delle Alpi Apuane, prima la Pania della Croce (1859 m.), e l’altra venendo verso tramontana è la Pianella o Mammellone (1711 m.), la Penna di Sumbra (1785 m.), l’Alto di Sella (1723 m.), la Tambura (1890 m.), il Pisanino (1946 m.); dinanzi a queste vette squallide e dirupate si scopre un monte di forma rotondeggiante, è il Pratofiorito


  1. V. Il Monte Morello (Firenze Tipog. Niccolai 1882) di Arturo Fioravanti amico intimo del Prof. Bertini e suo compagno in quasi tutte le gite alpestri. È un bel lavoretto dedicalo al Bertini: fu estratto dal Bollettino della Sezione fiorentina del Club Alpino (anno V, 1881).