Pagina:Bertini - Guida della Val di Bisenzio, Prato, Salvi, 1892.djvu/209

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di castagni. Oggi non è che un povero avanzo di grandioso fabbricato, al quale l’insipienza e negligenza del governo granducale fece più male che non le bufere, le nevi ed i ghiacci di tanti secoli. Non volendo restaurare quel monumento d’arte cristiana, ne demolì una parte nel 1837 e poi un terremoto nel 1843 trovate le mura smosse, danneggiò e costrinse a demolire ancora per salvare qualche cosa; e per questa distruzione non pochi lavori pregevoli di pittura andarono perduti. In quest’opera insana furono spese 27 mila lire; incredibile ma storico. I barbacani che si vedono da mezzogiorno furono fatti in quei tempi per sorreggere la muraglia che minacciava di sfasciarsi.

I Conti Alberti e i Bardi vi avevano un bel quartiere con stanze grandi, riccamente addobbate e ciascuna aveva il suo ampio camino. I monaci vivevano presso la chiesa, e si vuole che le mura fossero dipinte da Cimabue e da Giotto; oggi non restano scoperte che quattro figure di Santi sulla parete sinistra e un S. Cristoforo, alto cinque metri, sulla destra, dove erano altre pitture, descritte dal P. Giuseppe Maria Targetti cappellano della Badia nell’anno 1735. Oggi uno strato di bianco copre quella parete e solo fu rispettato S. Cristoforo; ai suoi piedi è un’iscrizione in caratteri longobardi1 Sulla parete sinistra è un basso rilievo di terra cotta che rappresenta uno dei miracoli del B. Pietro2 con


  1. L’iscrizione era in gran parte coperta da una muffa verde-cupa che tolsi; potei leggere, interpretando le abbreviazioni; dominus Johannes Montisplani et Gottolus cum suis fecerunt facere hoc opus.
  2. ..... un de’ signori Conti Alberti, allora di Vernio padroni, stimolato dal diletto che per sè stesso porge la campagna, deliberò di