Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 5 — |
ministrazione del Conte Ridolfo, il vero e l’unico benefattore di Vernio1. I popoli, che stanziavano nel resto della Valle fuori del dominio de’ Bardi, erano governati dai comuni di Prato e Pistoia soggetti alla Repubblica fiorentina e di poi ai Medici ed ebbero a soffrir meno; però non trovarono scampo dalle scorrerie e devastazioni delle bande di Castruccio, dei ribelli e banditi del Comune di Prato, e delle soldatesche che per una od altra ragione varcarono in vari tempi l’Appennino passando per la Val di Bisenzio.
Sopraggiunta la rivoluzione francese, e la Toscana costretta a far parte della nuova Repubblica, il comune di Prato e i paesi della Valle ad esso appartenenti entrarono nel dipartimento dell’Arno, mentre quelli del feudo di Vernio provarono il liberale governo del distretto del Bisenzio sotto la Repubblica Cisalpina.
A codesto tempo di turbolenze civili e di politico disordine successe un periodo di calma e di lavoro sino alla nostra pacifica rivoluzione politica del 1859, dopo la quale, abbattuta la barriera che ci teneva separati, agevolate in Italia e fuori le comunicazioni, accresciuta l’operosità nazionale, la Val di Bisenzio, sicura dai commovimenti popolari e dalle passioni che agitano le plebi dei grandi centri, attese ai miglioramenti agricoli e all’incremento dell’industria manifatturiera, dai quali come da perenne sorgente scaturiscono la prosperità e l’agiatezza della sua numerosa popolazione.
- ↑ Vedi L’Opera pia di S. Niccolò di Bari in Vernio, studio storico di Vittorio Ugo Fedeli.