Pagina:Bertini - Guida della Val di Bisenzio, Prato, Salvi, 1892.djvu/26

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3 chilom. sopra a Prato, la pianura, che si distende a ponente, acquapende tutta verso l’Ombrone.

Partendo dal Mulin della Sega i principali affluenti di sinistra sono il Fosso di Castello che entra in Bisenzio sotto le case del Trebbio, il Treppio delle Carte topografiche e del Repetti e di quanti parlarono del Bisenzio copiando, secondo l’uso, l’un dall’altro, il Fiumicello, la Carigiola la Fiumenta, che scendono dai gioghi dell’Appennino; la Torbola, il Rio di Cerbaia, il Rio Fornelli, di Moschignano di Cambiaticcio, di Bronia, di Gabbolana, la Nosa, il Fosso di Meletto, l’alpestre Rio a Buti, il Fosso di Carteano, e il Rio di Filettole, che scendono tutti dal fianco occidentale dei monti della Calvana; da Prato alla foce in Arno gli affluenti di sinistra sono il Rio di S. Anna, di S. Crestina, di Malesani, di Cillerese, il torrente Marinella, la Marina, il Gaville ed altri fossi di minor conto.

Quelli di destra sono la Canvella che nasce dai Monti di Migliana, il Rio di Terrigoli o di S. Poto, di Gricigliana, di Codilupo, di Migliana, di Rilaio, di Vaiano, del Mulinaccio, della Tignamica, di Popigliano, e dei Noci, che scendono dai contrafforti del Monte d’Iavello.

Il Bisenzio fiume di piccolo corso e per lungo tratto serrato fra le coste montuose dell’appennino e de’ suoi speroni, richiamò l’attenzione di sommi matematici e idraulici, consultati dai governi in vari tempi per riparare dalle piene le adiacenti campagne nel suo corso inferiore. Galileo, il Viviani, Giulio Parigi e il Fantoni, scrissero fra gli altri sui provvedimenti da prendersi, suggerirono e fecero eseguire non pochi importanti lavori di riparo. Ma una delle opere d’arte