Pagina:Bertini - Guida della Val di Bisenzio, Prato, Salvi, 1892.djvu/31

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nati, guidati da criteri scientifici, perchè io credo che il letto del metallo sia ben distinto dalle cave di marmo ornamentale e dal granitone e internato nelle viscere del monte, sicchè sarebbe follia l’attendere che uno scoscendimento naturale o un corso d’acqua ce l’abbiano a rivelare. Altri sostengono in modo assoluto che filoni metallici non se ne troveranno giammai. Al tempo e agli studi non superficiali, sarà soltanto concesso di risolvere l’importante problema.

«Si aggiungano a questi minerali la steatite bianca e nera, la clorite, il calcedonio, il quarzo ecc. e si vedrà che il Monteferrato è una vera miniera per il mineralogista.»

Vegetazione. — Il territorio della Val di Bisenzio può considerarsi, al pari di qualunque altro tratto dell’Appennino toscano, come diviso in tre regioni o zone, le quali, al dire del Prof. Pietro Savi, succedendonsi dal basso all’alto, sono limitate da linee più o meno orizzontali, e avuto riguardo alla pianta che per l’abbondanza e per l’utilità in ciascheduna di esse primeggia, possono con ragione indicarsi col nome di zona degli ulivi, zona dei castagni, zona dei faggi e degli abeti.

La zona degli ulivi si estende sulla pendice meridionale e occidentale, giungendo ad un’altezza intermedia fra i 400 e i 650 metri al di sopra del mare, come si vede sul poggio di Migliana, dove utilmente si coltiva anche la vite.

La zona dei castagni sale sino agli 800 metri circa, alla quale succede la zona dei faggi e degli abeti; predominano i primi, in gran parte tenuti a bosco ceduo; gli abeti non si trovano che a Montepiano e