Pagina:Bertini - Guida della Val di Bisenzio, Prato, Salvi, 1892.djvu/33

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delle più ricche e vaste tenute o fattorie, come quelle d’Usella e di Logomano dei Conti Guicciardini, che possono addursi a modello di cultura; e quella della Briglia, appartenente agli eredi Hall, notevole per estesi rimboschimenti; l’altra del Mulinaccio, nella quale il compianto Cav. Giuseppe Vai lavorò assiduamente rendendo fruttiferi terreni sterili, migliorando di gran lunga i fecondi. Nè ai campi soltanto rivolse le sue cure, ma alle nude e scoscese pendici dei monti; poichè solerte boschicultore attese a rinselvare il dorso orientale del M. d’Iavello, un tempo brullo e sterilito, oggi ricco di faggi folti e prosperosi. E la bella faggeta d’alto fusto che protegge la frontiera settentrionale di quel monte fu religiosamente serbata da lui a difesa del sottoposto suolo, a baluardo dei venti boreali, a bellezza del luogo. La custodiscano e sappiano farla rispettare i suoi discendenti, ricordando che i boschi delle alte vette salvano i campi ubertosi del piano.

A queste fattorie stanno bene a pari la fattoria di Montecuccoli, proprietà dei Mattei, che si stende per l’uno e per l’altro versante della Calvana in terreni abbastanza ben coltivati, o tenuti a selve di castagno; e mirabili sono quelle del valloncello della Torbola, come degne d’osservazione sono le giovani pinete che verdeggiano su per le crine della Golaia e del poggio di Montecuccoli, poste là dai proprietari a vestire quegli alpestri luoghi della Calvana.

Ai Rucellai, che possedettero da antico tempo in Val di Bisenzio, devesi in gran parte la bella macchia a taglio regolare che si mostra sulle piaggie occidentali della Retaia e le vigne e le olivete di Canneto, alle quali non hanno nulla da invidiare le


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