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non pochi lavori di questo marmo e fra gli altri un bel gruppo di lottatori dello Scultore Scheggi ed una tinozza per bagno, molto bene eseguita dai Chilleri marmisti in Prato.

Le cave più ricche ed importanti sono quelle di M. Piccioli, di proprietà del Sig. Ermanno Benini1.

Itinerario. Si tiene la via dell’Itin. 3 sino alla Croce di Pacciana; di qui la via segue verso il M. d’Iavello, che si vede là dinanzi colla sua cima incoronata di piante.

Giunti a Figline e seguitando la strada per la Collina di Schignano, si può salire alle Cave o per il Rio Balloni o per la strada carreggiabile.

Chi voglia andar per il primo, uscito subito fuori del borgo, deve, a sinistra, entrare nel letto del Rio e seguire una traccia di sentiero che si mostra qua e là sulla sinistra del torrente. S’entra poi in una rada pineta e si giunge alle Cave (35 min.). Se esse però non presentano i fianchi del monte squarciati e rotti e quell’aspetto grandioso, imponente, delle cave marmifere delle Alpi Apuane, si può godere però di lassù bellissima la veduta sui dintorni. È un quadro incantevole da non saziarsi mai di vedere.

La strada carreggiabile trovasi, dopo passato il Rio Balloni e il Cimitero, a sinistra: ma è disagevole per il continuo passaggio dei barocci che discendono carichi dei pezzi di marmo.

Cave delle Macini. Dalle cave di M. Piccioli si può andare alle cave della pietra da macini per un sentiero, che va pianeggiando a mezza costa ed entra


  1. Fu premiato con medaglia all’Esposizioni di Firenze nel 1861 — di Parigi nel 1867 — di Prato nel 1880 — di Milano nel 1881 — di Firenze nel 1887 — di Bologna nel 1888.