Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 11, 1800.djvu/222

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218 Orazione

tendo parlare per atti, e volti, e sguardi e cenni evidenti. Sento l’amore di quella madre e del figlio, la riverenza del buon vecchio mista di tenerezza, e sin colla fante moresca divido il passo, e l’affetto sollecito a porger intepidendolo l’alimento al bambino. Son di creta, noi niego, ma non ci penso, e dimentico tutti i marmi di Presitele, o di Michelagnolo; che certamente disse di queste, e non d’altre figure1, ss il disse, guai alle statue antiche, se queste fosser di marmo. Perdonatemi, modenesi, ma in quella chiesa, e a tal confronto non ci vorrei la deposizione del Begarelli per onor suo; campeggi egli ne’ Bernardini, in s. Pietro, in s. Francesco, ed altrove; vanti pur l’amicizia, e i dati ajuti al divin Coreggio; ma il suo lusso, la sua nobiltà, la perizia dell’arte sua, e del suo secolo a me non muovono il cuore, come la purità naturale, e spontanea dell’arte ascosa, e del secolo


so-


  1. Detto per quelle del Begarelli, dice il Vedriani.