Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/102

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guardar bieco qua e là ragunandosi in oltre, e parlando tra loro all’orecchio.

Ma peggio fece il Giudice chiedendo il motivo de’ loro sdegni. Poiche coloro l’assalsero con tanti testi, e precetti, e comenti del grande Aristotile, con tante Poetiche, e Ragionamenti, e Lezioni, e Proginnasmi, e Osservazioni, e Annotazioni, e Considerazioni in gran tomi adunate, e con tanto tumulto e con sì alte grida assordaronlo, che se il prudente Minosse non minacciavali di scatenare il Can Cerbero, e mandar sopra loro tutte le furie d’Averno co’ lor flagelli, mal campava da quella tempesta. Scoprissi poscia una congiura, ch’essi tramavano avendo già l’Aretino secrete intelligenze con molti de’ condannati d’Inferno, ch’ei meditava d’andar con gli altri d’accordo, e a mano armata a liberare, sciogliendo i lacci a Tizio, e a Prometeo, dando bere a Tantalo, slegando Sisifo, ed Isione dalla ruota, e dallo scoglio. Ma il più forte della congiura, e il più astuto consiglio era una gran raccolta di volumi poetici, e di versi del