Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/189

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Inglesi. 185

tare degl’italiani ne’ nostri gravi cervelli: A me, diceva, sembra questo un gran tiro di politica italiana, un gran bene agli stati. Primieramente il commercio se ne alimenta, e il denaro circola per man dei libraj, degl’incisori, di cento persone. Almeno questa manifattura non può decadere, perchè non è facile, che venga la moda di Francia anche in questo, e si faccian venire dei versi e delle raccolte da Parigi e da Lione. Lasciate, che prenda piede, e vi si possa mettere un dazio, sarà dei pia vantaggiosi ai principi italiani. Già vi sono de’ fondachi, e de’ negozianti di poesia. Passando a Bologna ne conobbi uno, che vendeva i sonetti a prezzo proporzionato all’altezza, larghezza e forza di stile, che si volevano, e di queste stroffe ne avea molte pezze nel suo magazzino col viglietto al di fuori del prezzo. I librai più accorti tengono al lor servigio questi poeti, che lor fanno una dedica, una prefazione in versi per ornamento del libro, e so, che si degnano d’essere lor pensionarj anche de’ titolati, che in Italia, val quanto cavalieri. La sola carta per Raccolte nella