Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/341

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Inglesi. 337

v’è obbligo di farli eccellenti, o non si deve farne, perchè la poesia divien cosa comune, e facilmenre ognun crede all’amor proprio di esser poeta di merito in un paese, ove si crede di esser poeta coi soli versi, e i versi costan sì poco. Vedrete molti, massime giovani, andare estatici delle lor poesie, i quali si stiman poeti, perchè i loro versi suonano e splendono di beile voci j di grazia e d’armonia, sicchè recitandoli fanno un concento musica1« e lusingan l’udito.

Questi a ben considerarli si compiaccion di quel merito che non è loro, ma della lingua, e se si togliesse ai lor versi il sonoro, il dolce, il molle, il cantabile, il chiaro e l’argenteo, che soale doti di lei,niente non restarebbe all’autore, fuorchè la poca fatica di accozzare undici sillabe, e l’attenzione di andare a capo al fin di quelle. In questo assomigliate a greci, e noi altri inglesi un poco a voi assomigliamo non per la bellezza, ma per l’abbondanza della suppellettile dello stile. Abbiam noi una gran liberti di sintassi e di tropi, osiamo violare ini.pu-