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112 | Novità |
in inailo uu poeta, par che dimandi leggenco, ed abbia diritto di dimandar nuove cose, e sorprendenti. Qual però meraviglia?
se i pensieri ordinari, e ricercati a stento’ e presi spesso d’altrui facciano sdegno? Che si preferisca una prosa naturale, e semplice ad una poesia, la qual va a finire in suono di voci, in immagini triviali, in vuota armonia? E questa è la nausea, che muovono tanti servili imitatori del Petrarca, e dei Ialini, che ripetono sempre le stesse frasi, r.on che i pensieri, e che debbono la stessa armonia alla lingua, di cui si servono, non al loro valore, e prendono altronde questo piacere medesimo, che è l’ultimo in poesia, se pur v’ha piacere in tanto abuso, ed abbondanza di versi sonori, ma inanimati.
Al contrario giova perciò ai poeti, ai pittori arricchirsi la mente d’idee, spaziare in campi, e vie non battute, e raccogliendo quanto v’ha di piy raro, e pellegrino nelle scienze, nell’arti, nella natura, e nelle na?
zioni, onde stendere i confini della necessaria invenzione, di cui tanti han posto piede, e come ia una selva tutti hanno corso, e fai-