Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 3, 1799.djvu/150

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Maraviglia 127

li, degli astri, di tutta la macchina imraertsa concatenata da leggi semplicissime nella sua stessa immensità, e al tempo stesso in«variabili, onde giugne agli attributi infiniti, agl’immoti decreti dell’esser supremo, ripiegandosi poscia in se stessa, e in quella profondità inesauribile de’pensier, degli affetti, delle passioni sublimi, ond’è l’anima immagine della divinità. Ecco donde vien la grandezza dell’epica della tragica della.lirica piene della celeste mitologia, e che vogliono eroi da cantare, e da dipingere, azioni eccelse d’Achille, d’Enea, d’Alessandro, di Regolo, di Catone, d’Orlando, di Goffredo, e ripete i lor detti sublimi, che fanno onore al cuor umano e alia virtù.

Iti ciò qual gusto non trova l’anima al rimirare in quella grandezza di cose per se grandi quella pure dell’eccellente artista nell’ingrandirle proporzionatamente alzandosi a paro di quegli eroi, onde raddoppiasi l’ammirazione e sul grande oggetto e sul grande autore?, Allor riconosce ognor più la propria grandezza nel doppio specchio di due grand?

anime, quella dell’eroe, che s’alzò tanto su V al-