Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 3, 1799.djvu/201

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ì il laccio soave, onde lega la volontà, e trae i cuori più fortemente, che con raziocini non fece mai, e molto più che con precetti, i quali mai non supplirono a questo entusiasmo d’affetto, e ch’ei non degna dì un guardo, essendo essi sue copie, e potendo egli senz’essi quant’egli può, che tutto può. Allor trasformami per la passione i poeti, allor senton le furie, e i rimorsi degli amanti, e piangono con Olimpia, ed Arianna abbandonate, anzi sono essi stessi con Achille iracondi, e con Orlando furiosi, con Didone disperati, e con Medea. Il Tasso pareva un invasato, quando così componeva, qual disse averlo veduto il cardinale Pallavicino; e quindi leggendoli, od ascoltandoli tu pur piangi con loro, e dai nelle grida, e sorgi dal luogo, come sei tratto per forza della loro passione, ove tu sia disposto per natura a sentirla. Allora è, che in quei passi animati da questo fuoco tu che ne chiudi in petto scintilla, ti fissi, ed applichi con certa avidità, attuazione, immobilità, che non ti lasciano sentir altro, che ti fanno dimenticare l’ora, il bisogno del cibo,