Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 3, 1799.djvu/42

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dell'Opera 19

nelle bell’arti secca in erba, e divora i vivi germi de’ giovanili talenti, e per l’altra di scuoter l’anima quanto posso e gli affetti loro facendo ufficio di cote1 ad esempio d’Orazio, o di tromba, che sveglia, ed infiammali a correr l’arringo come l’araldo2 in Virgilio. Del qual ufficio, benchè inferiore di pregio per molti, non arrossisco, purchè utile sia, parendomi invero che gran bisogno ve n’abbia, che un tal libro ci manchi, e che il pretendono invano aver fatto, mel perdonino pure, non solo i grandi filosofi, ma i dotti maestri in gran tomi di rettoriche, di poetiche, e di magisteri delle bell’arti. Ognun frattanto può veder le opinioni di quelli, e le loro definizioni nelle varie lor opere, che sono in mano di tutti senza ch’io ne ingrossi di citazioni il mio libro, bastandomi far breve cenno di quegli antichi o moderni men conosciuti filosofi precettori e poeti.

  1. Fungar vice cotis Hor.
  2. Ære ciere viros &c. Æn. 6.