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dell'Opera. | 239 |
dell’Opera.235» fàvori, ni: quanto i medici, che per la chimica, l’anotomia, la botanica calcolarono i mali, e i rimedj co’ temperamene, co’climi, colle stagioni; ma almeno si tenti di giugnere poco a poco sin dove è conceduto.
Ma per questo richiedesi in prima nn consenso universale, e un uom solo non può riuscirvi sicuramente. Dovrebbe esser questi un uom senza parria, senza relazioni, senza pregiudizi: e dove trovarlo ? Troppo b ognor manifesto, che le sctiole rivali, le gelose nazioni, le professioni inimiche han dominio, e seguaci. Tutto è stato in alcuni tempi tomista o scotista, inglese, o francese, antico, o moderno. Quando sarà, che pur facciasi un’ alleanza pacifica, e filosofica da Palermo sino a Torino, dalla grammatica sino alla geometria, dall’entusiasmo sino all* analisi, talché divenga l’Italia una sola accademia, un comun tribunale non prevenuto su i proprj autori, sul loro posto, sul loro gusto, su i loro meriti, su i lor peccati ) Chi sa, che non s’impedisse così la decadenza dei secoli, l’incostanza dei gusti, non si purgasse la terra di mille libri o inutili,