sede di religione, ond’anche il gusto, e ld
stile prendono gravità, e vaghezza. Tal si
riconosce il carattere di que’ dotti nell’opere
di S. Pier Damiani, di S. Anselmo il
lucchese, di Leon IX., e dello stesso cardinale
Umberto eloquente, e quasi elegante
per cotale stagione. Pur discopresi in tutti
qual più qual meno con gran sapere, e molto
ingegno la poca critica, la credulità, lo
stile ampolloso, e il raffinato pensare
Dopo
gli studi, che ponno dirsi italiani,
coltivati furono que" d’astronomia, di medicina,
e di filosofia, che dagli arabi ricevevano
più vigore. Imperciocchè tra loro
salito era a dominar nelle scienze Aristotile
da lor medesimi sfigurato, e nel linguaggio
non solo, ma nel pensare saracin divenuto j
di che non è a cercarsi dichiarazione, tal
conoscendosi anch’oggi, che con vergogna
infinita persevera ancora in qualche professione,
e provincia quel corrampimento, con
tanto profonde radici l’aveano gli arabi stabilito.
Provano tuttavia quello strano commercio
di letteratura tra noi, e i mori que’
codici molti, che si conservano dalle italiane