Pagina:Bettini - Guida di Castiglione dei Pepoli, Prato, Vestri, 1909.djvu/149

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mondane, delle discordie civili, desiderosi, assetati della pace di Dio.

Di fronte a noi, a mezzodì, lontano, è M. Morello (m. 954) ondulato. Come appaion belle le vette tondeggianti, dell’Aia, della Cornacchiaia, della Casana! Peccato che per il dissennato malvolere e poi, per l’incuria sia ridotto questo bel gruppo di monti nello stato in cui si trova!1

A nord torreggia il M. della Guardia, ove si eleva il tempio sacro alla Vergine, che la pia leggenda vuole effigiata dal pennello di S. Luca.

Quante memorie da questa altura, se spingiamo lo sguardo sui monti, sui piani, sui clivi della fatal penisola si affacciano alla mente!

Per chi non voglia vestigia retexere, ritornare sui propri passi, havvi un altro sentiero, che, non molto comodo, ma più breve, riconduce, siccome il primo che è più agevole, alla Chiesa parrocchiale.

I più forti camminatori posson prendere il sentiero, che volgendo, obliquamente a sud-est, mena a Rasoro: ciò allunga di non poco la gita, ma la rende più svariata. Costeggia M. Lisi e M. Bagucci.

Da Castiglione alla cima del Baducco, per la via, prima assegnata, ossia per la mulattiera all’abetaia, andata soltanto, circa un’ora e mezzo.



  1.      Una montagna v’è, che già fu lieta
    D’acqua e di fronde.....
    Ora è deserta come cosa vieta.
                                                 Dante, Inferno XIV.


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