Pagina:Bettini - Guida di Castiglione dei Pepoli, Prato, Vestri, 1909.djvu/64

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caleidoscopio, i tempi fortunosi nei quali la sua famiglia, cacciata in bando, cercata a morte, trovò rifugio, ostello, salvamento in queste balze...

Per onorare la memoria dell’uomo benefico, due righe biografiche. Pur troppo, il tempo è gran nemico anche ai nomi grandi!

Gioacchino Pepoli nacque in Bologna il 10 Ottobre 1825 dai M.se Guido Taddeo e dalla Principessa Letizia Murat, figlia dell’eroico e sventurato Re di Napoli, che, a Pizzo di Calabria, pagò la sua fede nella gratitudine dei popoli, e il fio d’un idea, serotina, è vero, ma nobilissima. Sia lode all’animo buono dei Pontefici, che perseguitati un giorno dal pallido Còrso dagli occhi d’aquila, offersero ai suoi asilo sicuro; mentre nulla ebbero, o quasi dai potenti coi quali il gran Condottiero ebbe il torto, il debole d’imparentarsi. Ne fa testimonianza il Duca di Reicstadt, il suo figlio infelice!

Oltrechè congiunto coi Bonaparte, come figlio di una Murat, cugino in 2° grado di Napoleone III — il quale, quasi solo, in Francia fu vero amico d’Italia — il Pepoli era legato di parentela anche con varie delle prime famiglie germaniche, avendo sposato una sorella del principe d’Hohenlhoe. Questo, eziandio, conferì a renderlo accetto alle Corti straniere, utile strumento alla patria.

Ebbe educazione adeguata alla sua nascita, al suo ingegno, al suo cuore, e vi corrispose degnamente.

Capo della Guardia Nazionale nelle giornate perigliose del 1848, respinse gli Austriaci, che irrompevano