Pagina:Bettini - Guida di Castiglione dei Pepoli, Prato, Vestri, 1909.djvu/91

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troppo pochi di numero, non poterono formarsi uno stato così potente, da impedire le invasioni degli altri1. Italia avea troppi delitti da scontare!

Ad ogni modo, lo studio delle rovine feudali non è senza utilità: servirà, e tristi pur troppo ancora corrono i tempi, ad ammonirci che dalla concordia sola dobbiamo sperare la prosperità, la salvezza e, quel che più importa, l’onore.

Dopo aver parlato delle chiese e dei castelli, non voglio passar sotto silenzio una famiglia di modesti e valenti operai, i Fogacci, che colle opere del loro scalpello, oltre che la residenza feudale arricchirono, ed in modo ben diversamente più grande, le chiese, nel feudo e fuori di questo.

Scolpivano in pietra ed in marmo, erano ornatisti geniali. A loro si debbono, tra gli altri, i lavori che abbellano la Chiesavecchia, il Santuario di Boccadirio, la chiesa di Treppio. Essi avean finamente adornato l’Oratorio di S. Fabiano fatto costruire da un conte Fabio Pepoli, sullo scorcio del secolo XVIII. (Oratorio non mai aperto al pubblico ed ora diruto), ed anche più finamente arricchito di snelle colonne, di capitelli vaghissimi, di fregi squisiti la chiesa parrocchiale, ora ricostruita. Mani vandaliche hanno e nell’oratorio e nella chiesa, che poteva ampliarsi e restau-


  1. Storia d’Italia sotto i barbari, lib. II, cap. 1.º — Il P. Marcellino da Civezza, nel suo magistrale lavoro «Il Romano Pontificato nella storia d’Italia» combatte questa idea di C. Balbo; ma se fossesi avverata l’ipotesi di lui, poteva alla penisola nostra, toccare di peggio di quanto le è accaduto?