Pagina:Bettini - La stazione estiva di Montepiano, Firenze, Minorenni corrigendi, 1897.djvu/53

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     E son viste divine
Dal sommo d’ogni altura;
È un manto di verzura
È un mare di colline:
È un riso senza fine
Dai monti a la pianura;
È l’aria immensa e pura
De le vallate alpine».
1


Ha Montepiano boschi assai ricchi di faggio, che vegeta nella più alta zona delle nostre montagne: ha belle abetaie. Ma per la sconsigliata avidità e leggerezza dei proprietari rimane ben poco di ciò che fu un tempo. La zappa e il pascolo hanno preso il posto delle piante secolari.

Gli antichi padri nostri avean posto i boschi sotto la custodia della Divinità; noi li abbiamo posti, ma tardi troppo sotto quella della legge: è duopo che sian posti sotto la salvaguardia del buon senso.

Se non si guarda di far bene davvero, i boschi dei nostri Appennini diverranno nudi scheletri: daranno il doloroso spettacolo d’aride piagge incapaci di qualsiasi cultura e di loro potrà dirsi:

«Una montagna v’è che già fù lieta
     D’acqua e di fronde. . . . .
     Ora è deserta come cosa vieta».
2

Aere saluberrimo ed ossigenato, temperatura fresca ed assai costante, buoni fabbricati, comodi sufficienti di vita possiede Montepiano.

Così avverisi che in tempo non remoto sorga anche



  1. E. De Amicis, (Invito alla villa).
  2. Dante, Inferno XIV.