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Pagina:Bettini - La stazione estiva di Montepiano, Firenze, Minorenni corrigendi, 1897.djvu/58

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Da Montepiano al Monte della Scoperta occorrono circa ore due e un quarto.

3.º Da Montepiano a Poggio di Petto (m. 1121) e alla Torre di Luciana. — Ci s’incammina per la strada che conduce alla Badia: arrivati all’abetaia Gualtieri, si lascia la via comunale e prendendo a sinistra per la mulattiera che conduce al casolare, detto «Castagnaccio» si continua fino al termine dell’anzidetta abetaia. Ivi giunti è necessario salir sempre per il crinale fintantochè non abbiam raggiunta la cima del Farfalletto, ove si trova un piccolo altipiano, detto «Pian delle Lacciaie». Di qui proseguendo siamo in breve alle falde del Poggio di Petto. Di qui, onde arrivare al vertice possiamo affrontare il dritto sentierucolo che vi conduce, ma ci vogliono buone gambe e buoni polmoni; bisogna inerpicarsi;

                              «Discendesi in Noli,
«Montasi su Bismantova in cacume,
«Con ambo i piè, ma qui convien che uom voli».

Havvi pure alle falde di Poggio di Petto, un altro sentiero, a sinistra, che toccando l’abetaia dell’Iacopi, scorge alla cima. Da qui si gode la vista del pittoresco villaggio di Cavarzano, di buona parte di Val di Bisenzio, di quella di Sieve, del Monte Tronale, del Coroncina.

Dall’abetaia dell’Iacopi, seguitando lo stradellino, dritto a sud-ovest, che ci ha condotti da Montepiano ci rechiamo sul monte ove sorgeva l’antica torre di Luciana, già uno dei propugnacoli della potenza dei Conti Alberti. Pochi e sparsi ruderi rimangono di esso.

Per ritornare da Poggio di Petto a Montepiano si può