Pagina:Bianca Laura Saibante - Discorsi, e lettere, Venezia 1781.djvu/14

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chi di voi non è Anacoreta, quantunque alieno dall’accudire alle donnesche faccende, ben potrà dirlo, avvegnachè tutto dì necessariamente sotto gli occhi ne abbiam l’esperienza; mentre se nella propria casa la giubba, od il farsetto non si cuce, almen le camicie, e mille altre opportune cose sì per l’uomo, che per la donna fa di mestiere vederli cucire, senza le quali od il secolo dell’Oro, allora quando ogni sorta di persone di semplici ferine pelli la loro nudità ricopriva, dovrebbe fare ritorno, o noi non avremmo di che vestire le nostre membra. I pannilini a che uso sarebbon eglino, se coll’ago non si desse loro l’ultima mano? in somma in ogni sorta di drappi, o perchè al corpo si adattino, o perchè a qualunque s’è addobbo servire possano, viene in ajuto la tanto necessaria opera del cucirli insieme, ond’anco gli sdruciti, e logori si rassettano. Commendabile è in vero il ricamo, e a’ nostri giorni in tanto pregio salito, perciocchè sì belle, e magnifiche cose rappresenta a’ nostri occhi, uomini, ed animali, frutta, e fiori di ogni foggia, a tale, che meravigliosamente vale ad arricchire i vestimenti, ed addobbare le abitazioni; nulladimeno siccome tal lavorio non è assolutamente bisognoso al viver umano, così senza la cognizione di quello la Donna di famiglia potrà comparire per tale, purchè a lei del cucire non manchi l’arte. Buona nave, diceva Seneca, non si reputa quella, che pinta di preziosi colori ha il rostro d’argento, ma sì bene quella, che stabile e ferma ubbidisce al vento; nè buona


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