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Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/130

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122 capo vii.

tra di loro, il Molina si fece un dovere di attaccare le decisioni del dottore angelico san Tommaso, gloria de’ domenicani; e questi punti dell’offesa, se ne risentirono, e suscitarono al gesuita una gran tempesta. Molti teologi impugnarono, molte università condannarono il molinismo, cui i Gesuiti con pari alacrità difesero. La causa fu portata a Roma, e il papa ne affidò l’esame ad una congregazione che dall’ufficio fu detta de Auxiliis. Ed erane parte Ippolito Massarini, teologo servita, poi vescovo di Montepeloso, che al Sarpi si diresse, siccome a quello che dottissimo conosceva in teologia e profondamente versato nella patristica e nei sistemi tenebrosi degli scolastici, e lo chiese di lumi e notizie intorno allo stato di quella controversia.

La quale oscura e poco intesa dai disputanti medesimi, se si dovesse definire da un filosofo direbbe, provarsi da diuturna esperienza che il libero arbitrio nell’uomo è pieno ed assoluto, e provarsi dalla ineffabile giustizia di Dio, che la sua grazia piove sempre egualmente sull’empio e sul giusto, in tutti i tempi, in tutte le occasioni; che diede all’uomo la ragione per distinguere l’onesto dal disonesto: che il voler penetrare più oltre è temerità umana, e scrutare come Dio prevede che tal uomo sarà salvo o dannato è sforzo di ciechi vermi che vogliono vedere nella immensità della luce divina. Ma Sant’Agostino, cervello africano più immaginoso che ragionatore, infatuato nel manicheismo sino dalla prima sua gioventù, nè potendosene al tutto spogliare, cercò di conciliarlo, almeno in parte, colla teologia ortodossa; e tratto dalle circostanze a com-