Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/131

Da Wikisource.

capo vii. 123

battere eretici di contraria specie, seguendo la foga del suo temperamento ci lascia incerti se quando impugna gli uni non adotta i sentimenti degli altri: ed è notabile che molte sue opinioni sostenute dai calvinisti, sono eresie fra i cattolici, e che la sua dottrina sulla grazia e il libero arbitrio ripetuta da Giansenio fu condannata dalla corte di Roma.

Questa materia fu viepiù imbrogliata dagli scolastici, che adottando per loro testo Aristotele si perderemo in tanti raffinamenti di metafisica, che è un vero caos.

Del molto che Frà Paolo scrisse al Massarini, non ci resta indizio; ma possiamo desumere quale fosse la sua sentenza da un trattatello intorno la cosa istessa, scritto per comando pubblico, donde si rileva ch’egli opina a favore dei domenicani e riprova il libro del Molina. Dal quale avendo la congregazione cavato, poi condannato d’eresia 21 proposizioni, il che poco stette che non rubellasse alla Santa Sede la compagnia di Gesù, si può da qui stabilire la prima origine dell’odio che gli portarono i gesuiti poi sempre, per avere, quantunque indirettamente, cooperato a quella condannazione. Ciò era per lui indifferente, ma più gli nocquero nella opinione del pontefice le ulteriori contese fra Roma e la Repubblica.

Imperocchè dimorando tuttavia il papa a Ferrara, alcuni sudditi veneziani pescando nella Gora di Po, appartenente alla Repubblica, i pontificii pretendendovi ragioni, gli fecero prendere; da ciò nacquero rappresaglie e risse fra i confinanti: il se-