Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/157

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capo ix. 149

prese, ebbe per arrota uno scisma, e da lei si divise la chiesa di Grado; e i papi inframettendosi nelle loro contese, così si avanzarono che intorno al 595 Gregorio I disponeva delle loro entrate e della elezione de’ loro vescovi. I vescovi di Ravenna si sostennero alquanto per la protezione degli Esarchi; ma questi vicerè e gl’imperatori greci avendo troppo spesso necessità di accarezzare i papi, furono obbligati più di una volta a sacrificar loro l’ambizione degli Autocefali, i quali perciò non poterono mai assumere una independenza decisa, e finirono coll’essere pienamente soggiogati dalla sede di Roma.

Dal 590 al 795, cioè dalla elezione di Gregorio I a quella di Leone III, il ponteficato era una dignità che non ha un termine per essere adeguatamente significata. Il papa era eletto militarmente come a un dipresso si usa da’ Barbareschi quando eleggono i loro pascià. Il clero, i nobili e il popolo si adunavano armati in una piazza o in una chiesa, ciascuno sotto la bandiera del suo quartiere o della sua scuola o fratrìa, e ciascuna banda condotta da suoi capi che chiamavano giudici. Se non erano di accordo sul candidato, i partiti decidevano la questione a colpi di sciabola o di alabarda. Dopo fatta l’elezione si prendevano il nuovo pontefice, lo mettevano a cavallo e lo conducevano processionalmente alla chiesa di Laterano dov’era intronizzato. La processione era un misto di militare e di religioso: colle bandiere di guerra andavano le croci e gli stendardi delle parecchie, col suono bellicoso delle trombe si confondevano le antifone ed i salmi; in mezzo agli uomini d’arme cavalcavano i preti in