Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/167

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capo ix. 159

storici e dottori attestino che anco i beni della Chiesa pagavano i pubblici tributi, i preti de’ regni oltremontani, applicando la teocrazia ebraica e il sistema feudale al governo della Chiesa, introdussero le decime e le primizie che i laici dovevano pagare ai preti, e le esenzioni dei tributi a favore degli ecclesiastici, pretendendo che i beni loro essendo beni di Dio non potevano essere gravati dai governi secolari. Quindi i preti acquistando sempre e nulla contribuendo alle pubbliche fazioni, la Chiesa esorbitantemente arricchiva, impoveriva lo Stato, e languivano le arti e l’agricoltura.

Dice Salomone esservi tre cose insaziabili, e la quarta che giammai dice: basta. E sono il sepolcro, la matrice infeconda, la terra non mai sazia di acque; e il fuoco per cui non vi è alimento che basti. Se quel re moralista avesse vissuto venti secoli dopo avrebbe dovuto aggiungerne una quinta, molto più ingorda di tutte le quattro insieme; chè i cherici per quanto abbiano acquistato in ricchezza e in potenza e quindi anco in vizi, non mai dissero: basta.

«Costantino Magno circa il 315, dice Frà Paolo, esentò gli ecclesiastici dalle fazioni pubbliche, personali e curiali. Costanzo e Costante suoi figli aggiunsero le esenzioni dalle fazioni sordide e da’ censi, e concessero a’ soli vescovi l’esenzioni da’ giudizi del fôro secolare, restando gli altri ecclesiastici a’ giudici secolari così in criminale, come in civile: e sopra di ciò vi sono dopo altre leggi, una di Valente e Graziano circa il 380, l’altra di Arcadio ed Onorio circa il 400. Ma intanto l’anno 420 Onorio e Teodosio II, e dopo lo stesso Teodosio con Valen-