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capo ix. 177

pattovito prezzo, i proventi. Innumerevoli beneficiati cortegiani e sparsi in tutto il mondo cattolico, in ogni città, in ogni terra, e direi quasi in ogni casa, riconoscevano dalla Curia i loro agi, o ne traevano promesse e speranze: quindi generale il lamento, massime in Inghilterra e in Germania, che, migliori beneficii fossero pappati da Italiani; i quali per questo appunto difendevano, come articoli di fede, le prerogative romane. Nè omettevano i pontefici di palpare gli orgogli nazionali facendo sentire il lustro che dalla Santa Sede ridondava alla comune patria, acciocchè non patissero la ignominia che da superbi Oltremontani, cui gl’Italiani chiamavano barbari, le fosse fatta ingiuria.

Altro elemento di forza erano i frati mendicanti, i quali sotto qualunque clima nati e qualsiasi lingua parlassero tutti erano papalisti, e in tanto numero che sommavano almeno 500,000: i soli francescani a’ tempi del Sabellico contavano 60,000 individui; e quando Pio II volle fare la sua spedizione contro i Turchi, il generale di quell’Ordine gli offrì 30,000 de’ suoi frati. E se a’ frati si aggiungano i loro clienti, i pinzocheri che tutto coprono di religione, le donne che hanno tanta ingerenza nelle abitudini domestiche; e se si contano i validi mezzi con cui agivano in pubblico col linguaggio libero delle prediche, in occulto colle insinuazioni del confessionario, ben è da concedersi che i papi esercitavano sulle opinioni un impero universale, assoluto, terribile. Ed essi così bene il sapevano che quando appunto sembravano versare nel maggiore pericolo Clemente VII scomunicava Enrico VIII re


Vita di F. Paolo T. I. 12