Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/196

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188 capo x.

poteva dare alla repubblica quell’indirizzo che più gli piaceva.

I procuratori di San Marco, dignità a vita la più ambita dopo la ducale, ma puramente onorevole, erano gli amministratori della chiesa, fabbrica e tesoro di San Marco, e i tutori naturali di tutti i pupilli nella Repubblica; benchè senatori per diritto, non avevano ingresso nel Gran Consiglio. Erano nove; ma per bisogno di pecunia se ne facevano più altri, sì che talvolta se ne contarono sino a 42: ma quelli di puro titolo, morendo, non avevano successori.

I procuratori venivano eletti dal Gran Consiglio: i sei consiglieri del doge lo erano dal Senato; poi confermati dal Gran Consiglio, e duravano in caria un anno, di cui otto mesi passavano nei consigli del doge, e negli altri quattro presiedevano la Quaranzia criminale in vece de’ suoi capi occupati per lo più nel Senato: da qui la denominazione di consiglieri di sopra e consiglieri di sotto. Uniti, potevano molte cose senza il doge, e il doge nulla poteva senza di loro.

Quella che i Veneziani chiamavano la Signoria, o Consiglio ducale, si componeva del doge, i sei consiglieri, e i tre capi de’ Quaranta al criminale: dieci persone. In ciò diversa dal Collegio dov’erano anco ammessi i sei Savi del Consiglio o Savi Grandi, che erano come i ministri di Stato, i cinque Savi di terra-ferma e i cinque Savi agli Ordini, detti anche del mare. Questi ultimi, giovani introdotti per addestrarsi negli affari, non avevano voce deliberativa.