Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/200

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192 capo x.


Appendice a questo Consiglio era il tribunale degli Inquisitori di Stato, instituito verso il 1590 e non, come vuole il Daru, nei 1454. Il quale istorico ne ha fatto una chimera esistente nella sola sua immaginazione; pretese persino di averne scoperti gli statuti, parto apocrifo, pieno di contradizioni, di falsità e di anacronismi che fa maraviglia come abbiano potuto ingannare un critico tanto sottile. Più misteriosi ancora dei Decemviri, il loro nome non si pronunciava senza terrore. Ciascuno ne ignorava la forma, sconfinate ne credeva le attribuzioni, e che tutto vedesse, tutto sapesse; e mille racconti andavano pel volgo di atti potentissimi e terribili di quel tribunale, che i suoi emissari spargevano ed accreditavano. Ma in verità non era poi tanto: poteva far arrestare, inquisire, impor pene correzionali e bandi privati; non però bandi pubblici nè pene gravi; neppure poteva far torturare alcuno senza licenza del Consiglio dei Dieci. Erano tre gl’Inquisitori, due dello stesso Consiglio de’ Dieci, ed uno del consiglio del doge; e un quarto detto di rispetto nel caso che uno dei tre fosse assente o dovesse essere giudicato dagli altri. I due primi erano chiamati gl’Inquisitori neri, perchè vestivano di nero secondo il costume veneziano; e il terzo era detto l’Inquisitore rosso, dalla sottoveste rossa usata dai consiglieri ducali. Gl’Inquisitori ne’ loro giudizi dovevano essere tutti di accordo. Duravano in carica un anno, anzi il consigliere del doge i soli otto mesi che restava nella Signoria; avevano un secretario, perpetuo nel suo ufficio, tratto dai secretari dei Dieci, e dopo il 1628