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Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/25

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capo i. 17

il flebotomo, professione che allora esercitavano i barbieri, quegli negò l’uffizio senza l’indicazione del medico; ma Frà Paolo cui la gola abbruciava fino a perderne il respiro, nè si sentiva voglia di tirare in lungo, disse al barbiere, facesse pure venire il medico, e intanto gli mostrasse se aveva buona lancetta. La quale poichè ebbe in mano si applicò alla vena del braccio, e al barbiere, attonito di quell’atto improvviso, non rimase più altro che fasciarlo; e in poche ore il Sarpi, ristabilito, potè proseguire suo cammino.

(1575-78). In Venezia continuando le sue lezioni filosofiche, fino a tutto il 1577, si fece distinguere per lucidezza d’idee, profondità di dottrine e chiarezza di metodi, così che vi intervenivano non pure i frati, ma giovani secolari, e fra gli uni e gli altri ebbe egregi discepoli. Nel 78 fu lettore di teologia, e a’ 15 maggio dell’anno medesimo ricevette la laurea dottorale nella università di Padova, non compiuto il ventesimo sesto anno di sua età.

Correndo questi tempi ebbe occasione di conoscere personalmente Arnaldo Ferrier già ambasciatore di Francia al concilio di Trento, e nel 1576 mandato a Venezia a significare la pace conchiusa in Francia tra cattolici ed ugonotti e a chiedere danaro in prestanza: da lui raccolse esatte notizie intorno a molte cose occorse al concilio. Ma in quel medesimo anno fu amareggiato da una perdita grave; imperocchè dalla fierissima pestilenza che addolorò Venezia e tutta Lombardia gli fu tolta di vita la madre. La quale poco di poi che fu vedova, assecondando la inclinazione propria alla santimo-


Vita di F. Paolo T. I. 2