Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/299

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capo xiv. 291

Lutero. Queste scalvarono alcuni rami della vecchia pianta, così che parve rinvigorire il tronco; ma Frà Paolo vibrò un colpo di scure che mortificò le radici, e cagionò quella lenta consunzione per la quale ha intristito e si va ora morendo il papato. L’interdetto produsse in quel secolo una sensazione difficile a descriversi, e distrusse il pregiudizio che non si potesse resistere alle leggi di Roma senza essere eretico: cattolici e protestanti furono egualmente sorpresi del nuovo modo di controversia che senza toccare le questioni speculative sa circoscrivere la disputa a’ fatti positivi, ed esaminarli con profondità e con calma. Tali materie essendo per lo più trattate in latino, il popolo, massime in Italia, ne era affatto digiuno o non ne aveva altra informazione tranne quella che davano i frati; ma il Sarpi usando la lingua volgare e uno stile piano, rese le sue dottrine universali, e i suoi libri furono nelle mani di tutti: luce nuova per una generazione giaciuta fin allora nelle più profonde tenebre. Era un pessimo uso originato da profondi sdegni che le controversie religiose non si potessero trattare senza ingiurie; quindi le più importanti questioni erano deturpate da uno stile impetuoso e fanatico, più idoneo a concitare le passioni che a convincere la ragione; ma gli scritti di Frà Paolo robusti, spassionati, pieni di dignità, stretti al puro argomento in causa, abbelliti dalla stessa loro semplicità e da una facondia naturale e tranquilla, sostenuti da una critica affatto nuova e da osservazioni e scoperte impensate, segnarono una epoca nuova in quel ramo del sapere umano. Gli oggetti discussati da lui ap-