Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/325

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capo xvi. 317

stre che si fermavano ad osservarli, e poscia pareva che si parlassero sottecchi e per cenni misteriosi. Frà Fulgenzio ne avvertì il Consultore, il quale diceva essere ubbìe e che quelli non badavano a loro.

Correvano li 5 di ottobre, a 23 ore d’Italia (circa le ore 5 pomeridiane). Fulgenzio e l’altro frate compagno, per caso fortuito, erano iti per altra strada, sperando di raggiungere Frà Paolo al palazzo ducale prima che tornasse a casa; ma trattenuti da varie circostanze non giunsero a tempo. Gran folla essendo accorsa al teatro di San Luigi per l’opera nuova, la contrada di Santa Fosca dov’era il convento dei Servi e le altre dei contorni non vedevano la solita frequenza. E intanto Frà Paolo se ne tornava col solo Frà Marino e in compagnia d’Alessandro Malipiero, patrizio di età quasi decrepita; e giunto al ponte che è verso le Fondamenta, non lungi dal convento, o fosse per l’angustia del luogo o per altrui studiato impedimento Malipiero andava alcuni passi avanti e Frà Paolo fu improvvisamente assalito da una banda di assassini, de’ quali uno afferrò tra le braccia Frà Marino, un altro mise le mani addosso al patrizio, e così ingombrato il passaggio del ponte, uno di loro tirò a furia quindici o venti stilettate al Sarpi che gli crivellarono il cappello e il collare del vestito, e tre sole ferirono: due nel collo, e la terza passando nell’orecchia destra usciva dalla vallicella che è tra il naso e la destra guancia, e traforato l’osso, vi restò il ferro conficcato dentro. Frà Paolo cadde come morto. Alcune donne che videro lo spettacolo dalle finestre gridarono aiuto: i sicari vedendo accorrer gente, spara-