Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/353

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capo xvii. 345

di cui sono inespiabili, non ha mai odiato con tanta intensità e costanza alcun altro suo nemico, neppure Lutero e Calvino.

Il Franceschi confortò nel suo proposito prete Tonino, e ne parlò, siccome egli disse, col cardinale Borghese. Questo non sembra credibile, tutto al più avrà parlato con qualche suo cameriere, e pare nemmeno che ne riportasse alcuna risposta. Infatti prete Tonino non sembrava tal uomo in cui i persecutori del Sarpi potessero deporre grande fiducia; nondimeno ricevette dodici zecchini, e continuò col Poma la sua trattativa.

Bene consta che lo stesso cardinal Borghese siasi fatto introdurre in casa e abbia parlato con un Alvise Crisantich di Almissa, uffiziale schiavone disertato con un suo servitore dagli stipendi di San Marco, di gran cuore, e da porsi ad ogni sbaraglio, purchè fossevi da guadagnar denaro. Era venuto da Napoli col figliuolo del Poma, e si era unito a questi per l’impresa di rubare sul Po. Ma per Crisantich era tutt’uno: avrebbe volentieri commesso una pirateria da cui potesse ritrarre buon bottino, avrebbe del paro assassinato Ridolfo Poma, come n’ebbe il pensiero, per buscarsi la taglia dei 4000 ducati; e avrebbe poi assassinato anco il Sarpi per buscarne altrittanti dal cardinal Borghese. Insomma era un mobile buono per tutti. Prete Tonino era partito per Ancona ond’essere a mezzo di stabilire preventivi concerti col prete Leonardo restato a Venezia, e pare che persistesse nella idea di uccidere il Consultore di propria mano, quando ai compagni mancasse il colpo di rapirlo vivo. Ma intanto che ope-