Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/47

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capo ii. 39

a tutti i Capitoli provinciali, a lui si aspettava il pronunciar sentenza su tutti i casi gravi o cause in appello, rimuovere, deporre, scomunicare non solo i frati, ma i priori di convento ed altri ufficiali subalterni; giudicare in un Capitolo, coll’assistenza de’ definitori, i provinciali; vedere i conti di ogni comunità; approvare gli atti de’ Capitoli di provincia, o generali; insomma fare tutto quello che riguarda l’esecuzione delle leggi, l’amministrazione economica e la disciplina. Visitava, per obbligo, una volta almeno i conventi dell’Ordine, spesato ne’ viaggi; oltre agli emolumenti che traeva da tasse in suo favore.

Il generalato era scala a più alte dignità della Chiesa e perciò ricerco dagli ambiziosi; godeva di molti privilegi in Roma, e tra gli altri di sedere nella cappella del papa. L’uscito di carica poteva abitare un convento a scelta, non dipendeva che dal generale, aveva la precedenza sulle altre magistrature, e la prima voce in Capitolo.

Ogni Ordine ha il suo protettore, che è sempre un cardinale, che lo tiene raccomandato al papa, ne conserva i privilegi, procura promozioni a’ suoi individui, approva e tutela le costituzioni, giudica in appello contro il generale, ed esercita sulla fraterìa una ingerenza che si confonde con l’imperio.

Una carica importantissima dopo il generale, e per certi lati forse anco più influente e lucrosa, era quella di procuratore dell’Ordine. Eletto dalla Dieta durava tre anni in carica, nè poteva esser rieletto se non dopo 12 anni di vacanza, e sei per essere generale. Era l’avvocato fiscale per tutte le cause del-