Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/56

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48 capo iii.

buto che il mite animo di Frà Paolo pagava ai pregiudizi barbari del suo secolo, canonizzati primamente da un papa, Alessandro III, e distrutti dai due filosofi che ho sopra nominati.

Compiuta l’opera delle costituzioni, fu approvata da papa Gregorio XIII a’ 21 settembre e dal cardinale Farnese protettore, il quale risedava nella sua legazione di Viterbo, al primo di ottobre: dopo di che potè il Sarpi restituirsi in patria. E intanto benchè questa sua prima andata a Roma non gli fruttasse che disturbi, dovendo contentare tante teste e fare e rifare e quasi interrompere ogni lavoro, gli valse almeno la stima del generale Tavanti, del cardinal protettore, dello stesso pontefice col quale trattò in persona più volte; ma più particolarmente del cardinale Giulio Antonio Santorio, detto di Santa Severina, vice protettore; e diventato protettore l’anno dopo (1580) per la rinuncia del cardinale Farnese; e di più altri personaggi di quella corte, sì che dall’arduo impegno uscì con lode e accresciuta riputazione.

(1580-82). Tornato a Venezia, compiè il triennale suo ufficio con severità e giustizia non disgiunta da piacevolezza. Fece buone leggi per l’amministrazione interiore, levò le discordie, fece regnare la eguaglianza monastica e il buon ordine, fu mite cogli erranti per fragilità, rigido coi perversi, sprezzatore dei regali, sordo alle raccomandazioni, e talmente incorrotto e di buona fama che i suoi processi o sentenze non furono mai riformate a Roma: e quando alcuno ricorreva al protettore Santa Severina, esso era solito rispondere: «Farò quanto