Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/57

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capo iii. 49

potrò per grazia, niente per giustizia, perchè i giudizi del vostro provinciale non ammettono replica». E alcuna volta domandatolo che usasse indulgenza verso alcuni suoi protetti, il Sarpi schiettamente rispose, non poterlo fare, perchè la giustizia non ammette accettazion di persone.

(1582-83). Uscito di carica nell’aprile del 1582, nel mese di maggio del seguente anno fu di nuovo mandato a Roma in qualità di definitore a rappresentare la sua provincia nella elezione del nuovo generale.

Nel 1585 fu dal Capitolo generale, convocato in Bologna alli 8 giugno, eletto, senza ch’egli nè lo chiedesse, nè lo desiderasse, procuratore nell’Ordine; e qui ancora fu fatta giustizia al suo merito essendo stato preferito a più altri che brigavano quella carica illustre. Andato adunque a Roma ad assumere il nuovo suo impiego, convien credere che vi soggiornasse sino a tutto il 1588; imperocchè dice egli stesso di esservi dimorato quattro anni di seguito, quantunque uscisse di carica ai 7 giugno di quell’anno, quando nei comizi di Cesena gli fu sostituito Lelio Baglioni. In quella capitale si cattivò l’affetto di Sisto V succeduto a Gregorio XIII nell’aprile del 1585, che fiero principe, ma conoscitore degli uomini, lo impiegò in varie congregazioni e trattava con lui con tanta famigliarità che eccitò la gelosa attenzione de’ cortegiani. Fra le altre, un giorno uscito il papa di palazzo e scontratosi col Sarpi, fece fermare la lettiga, lo chiamò a sè e lo trattenne a lungo ragionamento; il qual


Vita di F. Paolo T. I. 4