Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/62

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54 capo iv.

tà, cominciò a nausear l’antico e nascer gusto per le cose nuove. In tempo adunque opportuno alcuni Greci venuti in Italia fecero conoscere nei secoli XV e XVI le opere di Platone, di cui appena era noto il nome; e quella sua filosofia immaginosa e lusinghiera piacque, e per opera di Nicolò V pontefice fu quasi vicina ad ottenere il predominio. Ma altri Greci fecero pur conoscere gli originali di Aristotele, rilevarono gli errori delle antiche versioni, altre più fedeli ne furono fatte; surse guerra tra le due sêtte, dove i preti prendendo, come è il solito, per religione i loro pregiudizi scomunicarono ora Platone, ora Aristotele, i quali ebbero varia fortuna. Intanto s’incominciò a studiar meglio que’ filosofi e gli altri dell’antichità, e surse in alcuni il desiderio di conciliarli tutti insieme: opera impossibile, come è impossibile di conciliare i teologi. Ciò nulla ostante questi tentativi spianarono la strada ad altri maggiori; perocchè scosso il giogo dell’autorità in un punto, è guida ad un altro, e questi a quattro, e così via via moltiplicandosi i progressi per quadrati e per cubi. Alcuni, fastiditi di Aristotele e di Platone, immaginarono nuovi sistemi: per ciò fare era necessario lo spirito di osservazione, bisognava ricominciare da capo l’esame degli arcani della natura e conoscere le vie regolari de’ suoi processi: da qui i primi passi della moderna filosofia sperimentale. La medicina, scienza empirica sino allora, fu assoggettata a più severe regole e associata alla botanica e allo studio de’ semplici dopo che Mattioli fece conoscere all’Italia le opere di Dioscoride; l’anatomia, depressa da’ pregiudizi di religione, cominciò