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74 capo iv.

se pure questi non ne fu il primo inventore, come pensano alcuni; e sembra certo del pari che sussidiò in più altre sperienze il filosofo fiorentino, e che lo incoraggì a proseguire le sue osservazioni sul sistema copernicano, stimato a quei tempi eresia e dimostrato adesso da leggi fisiche e matematiche: prova che le decisioni dei teologi non sono sempre fondate sulla verità.

L’avido intelletto del Sarpi volle eziandio spaziare nella filosofia speculativa e dopo il 1591 si applicò intensamente a studiare Platone, Aristotele e le altre sêtte filosofiche antiche e moderne, non omessi gli Scolastici, e particolarmente i Nominali ed i Reali; e fece le analisi dei loro sistemi, le quali duole assaissimo al Morofio che non siano state pubblicate.

Appare (se non erro) da molte induzioni che in questa parte l’indole austera del Sarpi preferisse ad ogni altra la dottrina degli Stoici, massime in ciò che riguarda la Provvidenza nel governo del mondo. Il che coincide col sistema di Sant’Agostino che ristringendo il libero arbitrio e ammettendo una predestinazione viene a stabilire nelle azioni umane una specie di fatalismo. Che Frà Paolo fosse versatissimo nella filosofia stoica, ce lo fa sapere Frà Fulgenzio; che la praticasse, si vede da tutta la sua vita; e che fosse fatalista, ne abbiamo cenni in più luoghi delle sue opere. Egli mi è nondimeno impossibile dire quali fossero le sue idee sulla teologia naturale, la cosmogenesi, la materia, i mondi, gli spiriti, e se in ciò si conformasse agli stoici antichi, o al panteismo de’ filosofi italiani suoi con-