Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/238

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230 capo xxv.

e inetto a raggiri diplomatici, si aiutava colle macchinazioni e insidiava per cospirazione le città confinanti della Repubblica; Ossuna, audace e violento, pirateggiava i convogli de’ Veneziani e ne turbava i commerci; Bedmar, astutissimo e brigatore, esplorava nella capitale gli ordini misteriosi del governo, le sue forze, i suoi mezzi, e gli umori de’ nobili, de’ cittadini e del popolo, e cercava di mettere discordia fra gli uni e gli altri.

Pochi anni addietro Venezia, in guerra coll’Austria per cagione degli Uscocchi e per Gradisca, colla Spagna per la difesa del duca di Mantova perchè voleva spogliarlo del Monferrato, ed essendole impedito di scriver soldati in Italia, fece una lega di reciproci soccorsi e mutua difesa colla repubblica di Olanda, della quale i primi semi vedemmo gettati più anni innanzi dal nostro Consultore; e n’ebbe pel suo bisogno un valoroso ma poco disciplinato esercito, che per la pace seguita nel 1617 giaceva ozioso e scontento, aspettando il fine delle capitolazioni. Mancando le paghe e minacciando di ammutinarsi, il governo fu obbligato di chiuderne parte nel lazzaretto, e parte mandarla qua e là dispersa in guarnigione.

Le passate guerre civili di Francia avevano prodotta una generazione bellicosa, inquieta, audacissima, della quale alcuni per essere calvinisti erano nemicissimi al nome di Spagna, e correvano ovunque trovassero di farle guerra; ed altri essendo avventurieri e facinorosi, avidi di sacco e di rapina, pigliavano soldo dove meglio tornava il conto: e di questi e di quelli Venezia ne aveva stipendiato buon numero.